Capitale Lavoro al Festival Brain At Work

A Roma tre giorni di attività sul mondo del lavoro, della formazione e dell’orientamento

  • Festival Brain at Work

Dal 21 al 23 novembre il Centro Congressi Frentani a Roma è stato il teatro di una interessante serie di eventi incentrati sul mondo del lavoro, della formazione e dell’orientamento: il Festival Brain At Work. Realizzato in modalità ibrida (in presenza e on-line), il festival ha visto la partecipazione di enti, istituzioni e 85 tra aziende, associazioni no profit e istituti in cerca di talenti e di giovani studenti (laureandi e laureati). 

Capitale Lavoro era presente con un suo stand per offrire informazioni sul progetto Sì, Vale - Sistemi Integrati per l'Apprendistato e su Eures TMS, il programma cofinanziato dalla Commissione europea che promuove la mobilità professionale in un altro stato membro dell’Unione Europea, in Norvegia e Islanda.

Tra i relatori del workshop di apertura è intervenuto il direttore generale di Capitale Lavoro, Antonio Rosati: “Una bella manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 800 studentesse e studenti provenienti dagli Istituti secondari della Città metropolitana di Roma”, ha dichiarato. “Abbiamo avuto l’opportunità di ragionare sulle politiche attive del lavoro raccontando anche la nostra attività di Società. In particolare, è emerso un dato molto interessante su cui le Istituzioni devono impegnarsi: per tante e tanti giovani, prima di scegliere il percorso universitario o quello lavorativo da intraprendere, è fondamentale ‘toccare’ con mano il mondo del lavoro per potersi orientare al meglio e affacciarsi concretamente in quello che potrebbe rappresentare il proprio futuro.”

Una tavola rotonda sull'apprendistato

Capitale Lavoro ha inoltre organizzato a una tavola rotonda sull’apprendistato di terzo livello dal titolo “L’apprendistato di alta formazione: uno strumento di rilancio per le politiche attive del lavoro?”

L’incontro, coordinato da Maurizio Apicella, Dirigente Innovazione e Inclusione socio-economica di Capitale Lavoro, e al quale hanno partecipato Unindustria Perform, la Fondazione ITS Istituto Tecnico Superiore per il Marketing e l'Internazionalizzazione d'Impresa, Intellera Consulting, Anpal Servizi e l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Roma, è stato un’occasione per mettere sul tavolo tutti quegli elementi che rendono ancora oggi l’apprendistato di Alta Formazione e Ricerca una chimera nel panorama formativo e universitario nazionale, ma soprattutto regionale. 

Durante il round table si è posto l’accento su uno dei principali problemi che riguardano la formazione in apprendistato, ossia il pregiudizio che considera l’azienda come luogo di formazione secondaria. L’apprendistato di terzo livello è uno strumento con grandi potenzialità, tuttavia ancora poco sfruttato.

Le ragioni, secondo Bruno Scazzocchio di Unindustria Perform sono molteplici, a partire dal fatto che in Italia l’apprendistato è considerato prima di tutto un contratto di lavoro mentre nel resto d’Europa l’accento è posto sulla sua vocazione formativa. Inoltre, il fatto che la certificazione delle competenze sia prerogativa pubblica e scollegata dalle esigenze dell’azienda lo rende ancora meno attrattivo.

Michele Farina dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Roma sottolinea l’importanza di tre parole chiave nel dibattito nazionale e locale, la cui assenza non consente il corretto inserimento di questo istituto all’interno dell’intero sistema: comunicazione, cultura e tempo.  

Dello stesso avviso è Alessia Camba di Intellera Consulting che, fornendo il punto di vista delle aziende, evidenzia come l’apprendistato avrebbe necessità di una maggiore connessione tra gli attori del sistema per diventare uno strumento di rilancio. 

Unico spazio in cui l’apprendistato ha, fino a questo momento, trovato una collocazione solida, secondo Claudio Senigagliesi della Fondazione ITS, è all’interno dei percorsi ITS che realizzano ormai da tempo e con successo percorsi duali. La chiave è, a suo avviso, la rete che si costituisce di volta in volta tra azienda, ragazzo e istituzione formativa.

 

stand

Le possibili soluzioni

Dunque, a emergere con forza sono stati soprattutto due temi: da una parte la mancanza di un’adeguata promozione dell’apprendistato di Alta Formazione e Ricerca, dall’altra la debole connessione tra i attori istituzionali e non, e la loro difficoltà a confrontarsi sul tema. 

Una possibile soluzione è stata individuata da Simonetta Parenti (Anpal Servizi): per incentivarlo occorrerebbe considerare l’apprendistato formativo duale non più una tipologia contrattuale, ma una vera e propria metodologia didattica, parte integrante dei percorsi formativi. Un cambio di approccio diviene, pertanto, decisivo per dare una svolta all’utilizzo dell’apprendistato.

In questo senso, come infine ha sintetizzato Maurizio Apicella che ha moderato gli interventi, fondamentale è la sperimentazione a livello metropolitano di un modello che sia il risultato di un processo di partecipazione di tutti gli attori chiave in un sistema di governance multilivello.